Quel che resta dell’antica Porta Mazara di Marsala è quella fontana a ridosso della chiesa San Francesco di Paola, in corso Calatafimi e 4 i stemmi che furono murati nel Bastione di San Francesco. Qualcuno vocifera che anche altre parti della porta in questione sono “conservate” in città, come una statua della Madonna e una targa appesa a un muro di un palazzo cittadino (nessuna conferma ufficiale però). Grazie agli studi svolti dal Dottor Giovan Battista Angileri (detto Titta) in collaborazione con il consigliere comunale Arturo Galfano possiamo invece provare a ricostruire la storia, o meglio la “tragica fine” dell’imponente e storica struttura costruita nel 1572 (con caratteristiche simili a quella di Porta Felice a Palermo), chiamata Porta Mazara o Pignoso.
Il 14 maggio del 1875 il consiglio comunale della città di Marsala si era riunito per discutere di un “importante” ordine del giorno: l’ “Atterramento di Porta Mazara e della muraglia dietro il Mercato”. Sindaco era allora il cavaliere Tommaso Pipitone, lo stesso che pochi anni più tardi si trovava al governo della città quando fu decisa la demolizione di Porticella. Nel corso di quella seduta, che si tenne nel maggio di 140 anni fa, fu lo stesso primo cittadino ad illustrare ai consiglieri presenti, 8 su 40, perché fosse “necessario” abbattere quel monumento storico di inestimabile valore, costruito oltre trecento anni prima.
La spiegazione?! Nel “bisogno” di trovare nuovi assetti per venire incontro alle esigenze della numerosa città. A Capo Boeo vivevano allora circa 34 mila persone, e la zona dove sorgeva la porta era deputata, nei giorni festivi, ad incontri d’affari e di commercio. Una vera seccatura quella struttura!……………………….!
A pensarla come il primo cittadino furono anche gli 8 consiglieri (su 40) presenti in aula, che votarono all’unanimità l’atterramento delle Porta. Fino al 10 gennaio del 1877 Porta Mazara restò al suo posto per mancanza di fondi. Si decise nel frattempo di togliere le due fontane che si trovavano ai lati esterni della porta che furono trasferite dal mastro Giuseppe Giacalone (che eseguì l’operazione di trasporto) al porto. Bisognerà aspettare il 9 maggio del 1879 per assistere alla demolizione definitiva, attraverso la rimozione dei pilastroni e la sistemazione di quel che rimaneva.
Quelle colonne rimasero custodite fino al 1943 presso gli uffici del comune di Marsala, poi se ne persero le tracce. Non ci sono più notizie nemmeno della seconda fontana che dopo una breve apparizione in Piazza Porticella sparì misteriosamente.