Si, esatto. Perché il movimento 5 stelle di Ragusa, che ha fatto la sua battaglia elettorale cavalcando l’onda della protesta e inveendo contro la casta, predica bene e a quanto pare razzola male.
Il comune ibleo è pentastellato, lì i grillini nel 2013 stravinsero le elezioni portando a casa una maggioranza, quasi assoluta in consiglio comunale. Sindaco soddisfatto, Federico Piccitto.
I consiglieri, come il loro leader Beppe Grillo comanda, rinunciano fin dall’inizio al quel famoso 30% dell indennità spettante per legge, commissioni comprese.
Fin qui nulla di strano se non fosse che ad un certo punto i grillini ci ripensano e chiedono il rimborso di quella somma non riscossa.
Il 22 dicembre scorso, meno di un mese fa per capirci, viene emessa dagli uffici comunali iblei una determina dirigenziale con la quale si “determina” il rimborso ai consiglieri pentastellati di quel 30% accumulato e non riscosso dal mese di gennaio al mese di settembre 2015.
In verità e per correttezza di informazione è giusto scrivere che già nel febbraio 2015 il consigliere grillino, Dario Gulino, aveva chiesto la non più decurtazione del gettone consiliare e quello percepito durante le commissioni.
Il rimborso è stato effettuato con un costo abbastanza importante per le casse del comune di Ragusa pari circa a 28.000 euro. Soldi che sono stati trovati nelle casse del comune grazie all’inserimento della Tasi e per una serie di royalites che talune compagnie petrolifere hanno pagato per avere avuto la concessione di 3 nuovi punti di ricerca.
Sono lontani i tempi, certamente a Ragusa, dove il movimento 5 stelle era una realtà che si stupiva per ogni gesto e gridava allo scandalo?
E se da un lato i consiglieri hanno ottenuto il rimborso per una decurtazione che hanno chiesto, Sindaco e assessori si sono aumentati lo stipendio sostenendo che anche per loro vale lo scatto Istat.
di Rossana Titone