L’aeroporto di Trapani-Birgi è un polo nevralgico di sviluppo del flusso turistico di tutta la nostra provincia e non solo.
Il presidente della regione Sicilia, che certo non brilla per azioni propulsive di sviluppo territoriale, pare abbia, invece, voluto scommettere proprio sul nostro di aeroporto.
Così nel 2013 la regione compra il 49% di Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani-Birgi.
Ma l’aeroporto si salva soprattutto non solo perché interviene il governo Crocetta ma si salva perché viene creata la coalizione dei sindaci di tutta la provincia. Coalizione che grazie all’azione di co-marketing ha consentito alla compagnia irlandese Raynair di rimanere qua e a non spiccare il volo verso altri hub.
Dal 2013 ad oggi la regione Sicilia ha investito moltissimo nel suddetto aeroporto poichè di anno in anno si è richiesto, ed ottenuto, un aumento di capitale sociale.
Così come ovviamente oltre al capitale sociale è aumentata anche la percentuale delle quote azionarie della regione stessa, che, appunto, salgono a 59,70%
La restante parte è divisa tra Camera di Commercio di Trapani per un totale di 1.70%, la quota restante è a partecipazione privata.
Il governo regionale dal canto suo ci fa sapere che entro 6 mesi circa ha tutta l intenzione di rivendere le quote affinchè tutto l aeroporto venga, prima o poi, privatizzato.
E fin qui non ci sarebbe nulla di male se le cose funzionassero bene e portassero un certo numero di turisti tanto da far risollevare le sorti delle città di tutta l area provinciale.
Difatti i comuni tutti farebbero bene ad impegnarsi, non solo al pagamento delle quote ciascuno per la propria pertinenza, ma a farsi portavoce di dialoghi con altre compagnie aeree tanto da non far brancolare l’aeroporto in un sorta di monopolio irlandese, quale di fatto è.
Sarebbe poi intelligente che gran parte di queste azioni messe in vendita dalla ragione venissero in buona parte acquistate dai comuni e non lasciate totalmente in mano ai privati.
I comuni in questo modo avrebbero pure modo di essere ancora più incisivi nelle decisioni per lo sviluppo di uno scalo strategico.
E che fine ha fatto il cambio di denominazione dell’aeroporto da Trapani-Birgi a Trapani-Marsala?
Storia vecchia che inizia quando ancora la provincia era in vita. Vari i politici e i partiti che si sono intestati, senza un nulla di fatto , questa battaglia.
Ricordiamo che l’ultimo intervento in questo senso venne fatto dal Senatore Tonino d’Alì quando, allora parlamentare di maggioranza perché in quota NCD, intraprese un fitto dialogo con l’ex Ministro Lupi, ministro alle infrastrutture.
Il tutto, però, anche qua si risolse in una bolla di sapone.
Oggi, a livello comunale, i consiglieri ,ex PSI, Letizia Arcara ed Oreste Alagna muovono delle critiche sulla lentezza dell’assessore al Turismo, Lucia Cerniglia, per continuare l’iter di cambio denominazione.
Ovvio che un cambio di nome, forse, potrebbe portare maggiore flusso turistico e maggiore attenzione alla nostra città ma è pur vero che se non ci sono i servizi a terra pronti ad accogliere il turista appena sbarcato e farlo transitare da noi, con servizio di navetta e non necessariamente attraverso taxi privati, il cambio nome resta ininfluente.
E’ come mettersi una maglietta pulita senza lavarsi le ascelle. Sai che puzza.