Ha fatto molto discutere, in queste ultime settimane, la presentazione del cosiddetto Piano Paesaggistico “Ambiti 2-3”. I cittadini, al riguardo, auspicano che tuteli le risorse ambientali e culturali, ma che non penalizzi lo sviluppo economico, agricolo e turistico del nostro territorio.
Piano paesaggistico che è stato presentato alla stampa e alla città durante una conferenza in cui hanno partecipato il Sindaco, Alberto Di Girolamo, l’assessore Rino Passalacqua la dott.ssa Paola Misuraca (soprintendente di Trapani), il dr. Michele Buffa (dirigente regionale del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana) e il prof. Giovanni Curatolo (consulente scientifico del Piano per gli aspetti agronomici, forestali e vegetazionali). Numerosi sono stati gli interventi, a cominciare dal presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano, dei deputati regionali Antonella Milazzo e Sergio Tancredi, nonché di molti tecnici presenti che hanno preso la parola dopo la relazione del dirigente comunale ing. Francesco Patti. Al termine, ai relatori è stato consegnato un documento sottoscritto dagli Ordini Professionali che, assieme alle osservazioni redatte degli Uffici comunali, costituisce il punto di partenza delle richieste di correzione del Piano Paesaggistico. Un argomento che ha acceso il dibattito soprattutto in Consiglio Comunale. A tal proposito abbiamo chiesto il parere di alcuni Consiglieri: Galfano, Alagna, Licari e Nuccio.
Arturo Galfano: “Al di là delle responsabilità per la mancata concertazione, dobbiamo lavorare tutti per sospendere l’efficacia del D.A. 6683 del 29.12.2016 dell’as-sessore ai BB.CC. con un ricorso gerarchico al Presidente della Regione, inoltre, presentare ricorso al TAR per l’annullamento del Piano. Nel contempo, cogliendo la disponibilità, dei redattori del piano, concertare miglioramenti e cor-reggere gli evidenti errori materiali riconosciuti dalla stessa Soprintendenza.
Sono state Campite aree con vincoli che erroneamente non esistevano nella zona o interpretazione sulla possibilità di installare le serre a Birgi, come chiarito a San Pietro.
Comunque, la sospensione del piano è indispensabile per salvare l’economia delle zone interessate, altrimenti potrebbero concretizzarsi seri problemi, senza poter porvi più rimedio”.
Oreste Alagna: “Nonostante questo territorio attenda da tempo tale strumento urbanistico, che in effetti presenta aspetti notevolmente positivi, in quanto consentirà finalmente una tutela del paesaggio naturale, storico ed architettonico di tale fascia e nonostante ci sia da parte di tutti la consapevolezza che tale tutela sia presupposto impre-scindibile per uno sviluppo armonico del nostro territorio, non possiamo non evidenziarne, con crescente preoccupazione, i numerosi aspetti critici che incideranno pesantemente sulla nostra economia, tarpando definitivamente le ali a questa città che sul turismo vuole e deve puntare; con l’aggravante che non offre alcuna soluzione al degrado ambientale delle aree di tutela 3.
Inoltre, tali limitazioni si pongono in netto contrasto con la nuova programmazione Europea e regionale, che invece proprio sugli attrattori culturali e naturalistici pone attenzione attraverso finanziamenti mirati a sviluppare il turismo. In poche parole, con tali vincoli amministrazioni pubbliche e privati non potrebbero nemmeno accedere a tali fonti di finanziamento.
Pertanto, abbiamo chiesto con forza all’amministrazione comunale di impegnarsi senza risparmiare alcuno sforzo o tentativo per sbloccare tale situazione ed intervenire al fine di una possibile correzione del piano paesaggistico”.
Linda Licari: “Da anni eravamo in attesa di un p. p., così come esiste da decenni in altre parti d’Italia. Da circa quindici anni gli uffici regionali si sono occupati della progettazione del p.p. che riguarda anche il nostro territorio.
Il malcontento che si è diffuso a macchia d’olio negli ultimi giorni, manifestato con proteste da parte degli Ordini Professionali, tecnici del settore turistico e agricolo, e da diversi cittadini è stato colto al balzo da una certa classe politica che non manca in queste circostanze di cavalcare l’onda del malessere e che ritengo avrebbe dovuto nel corso di questi anni la concertazione con una delegazione di esperti e conoscitori del nostro territorio, al fine di evitare gli errori insiti nel piano.
Ritengo poco credibile chi si oppone con ricorsi mirati a bloccare il p. p. solo adesso che lo spazio temporale per poter intervenire, senza perdere milioni di fondi comunitari previsti nei bandi che usciranno a giorni, non lascia margini sufficienti per potervi accedere, causando seri danni a chi ha fatto investimenti importanti.
Il confronto tenutosi in S. Pietro tra le diverse parti ha lasciato sperare che alcune osservazioni e istanze, relativi a refusi ed errori importanti, potrebbero essere prese in considerazione ed eventualmente calate nel p.p.
Mi sento di poter affermare con convinzione che se il p.p. fosse arrivato trent’anni fa con una seria concertazione di esperti del territorio, di certo avremmo avuto le nostre belle litoranee sud e nord ancora piene di dune, con spiagge ampie e accessibili a tutti, dove l’imprenditoria turistico-alberghiera avrebbe consentito ampio sviluppo garantendo posti di lavoro con ripercussioni sull’intero indotto.
Le zone umide, il fiume Sossio, la Riserva dello Stagnone e altre aree sarebbero state maggiormente salvaguardate, consentendo altresì uno sviluppo ecosostenibile, ormai in crescita in ogni regione d’Italia. Basti pensare alle località limitrofe alla Riserva dello Zingaro e a San Vito Lo Capo, dove le spiagge sono accessibili e gli alberghi mantengono la giusta distanza dal mare, qui si favorisce un flusso turistico tale da farle inserire tra le località turistiche più richieste del meridione.
Sono convinta che la concertazione andava seguita quando era possibile intervenire con la dovuta tempistica e con una classe politica più attenta e presente nei vari passaggi della redazione del p.p. che avrebbe dovuto conciliare la bellezza dei nostri paesaggi con lo sviluppo economico, turistico e agricolo del nostro territorio.
Ritengo inoltre che molti vincoli previsti nel p.p. anche sull’impos-sibilità di modifica della destinazione urbanistica sono eccessivi proprio perché in politica è consuetudine rinviare le scelte importanti; se ci fosse stato un piano regolatore a Marsala, se ne sarebbe senz’altro tenuto conto. Quello a cui abbiamo assistito nel corso degli anni, invece, è stata la continua concessione di opinabili varianti di destinazioni d’uso concesse con criteri discutibili che hanno prodotto ecomostri rovinando, paesaggi panoramici di rara bellezza, lo sviluppo dell’abusivismo di abitazioni private e di “baracche”, che non producono nessun interesse per il bene comune, né sviluppo per il territorio, ma solo l’esclusivo interesse di pochi, pochissimi singoli”.
Daniele Nuccio: “Sono convinto che dopo tanti anni è positivo che si torni a parlare di tutela del paesaggio, di rispetto dell’ambiente. Un principio che nei decenni scorsi è stato ampiamente trascurato. Pensi cosa sarebbe oggi la nostra città se ci si fosse interrogati sulla necessità di preservare le nostre spiagge, contrastando all’orgine l’abusivismo edilizio, cosa avrebbe significato il vietare la costruzione di case nel letto del fiume sossio. Motivo per cui personalmente credo che l’impianto generale del piano sia positivo. Certamente sono emerse alcune sfasature dal punto di vista delle limitazioni che andranno corrette e credo da questo punto di vista nei recenti incontri ci sia stata una certa apertura nel produrre dei correttivi. La nostra città ha bisogno di un assetto urbanistico chiaro. Personalmente credo che su scala nazionale bisognerebbe avviare una seria politica di recupero e messa in sicurezza dei centri storici, di prevenzione dal rischio sismico e dal dissesto idrogeologico. Operazioni tali da mettere in circolo un’enormità di risorse finanziarie. Sia chiaro che una delle più importanti risorse della nostra comunità rimane lo Stagnone, rispettare questo, preservarlo nell’interesse delle future generazioni per me significa qualcosa di importante. Rispetto dell’ambiente e sviluppo sostenibile sono due cose che possono coesistere”.
Infine, il Presidente del Consiglio Comunale, Enzo Sturiano, si dichiara soddisfatto per la presa di posizione dell’Assise Civica: “In seguito alla seduta consiliare del 22 marzo, esprimo soddisfazione per la presa di posizione chiara e netta da parte dell’assise civica che quasi all’unanimità (25 voti favorevoli su 26 presenti) ha approvato una mozione con la quale impegna l’Amministrazione a mettere in campo tutta una serie di iniziative volte al raggiungimento della sospensione dell’efficacia del Piano Paesaggistico adottato dall’Assessorato Regionale ai Beni culturali e identità siciliana con decreto n. 6683. Ribadisce che si tratta di un atto importante e fortemente voluto dall’intero Ufficio di Presidenza, malgrado qualche tentativo di fare slittare la votazione ad una prossima seduta.
Mi dispiace che qualche consigliere (per la verità rimasto isolato) abbia dichiarato che il Consiglio sia stato solo passerella e “assist” per qualcuno. Mentre i fatti dimostrano ampiamente che anche chi prima era un po’ scettico sul contenuto del Piano Paesaggistico e delle sue norme di attuazione, durante queste occasioni di confronto messe a disposizione dal Consiglio in seduta “aperta” e dall’Amministrazione Comunale nel Complesso Monu-mentale San Pietro, ha preso coscienza di ciò che questo Piano rappresenta in termini di blocco della crescita economica, sociale e occupazionale della Città. Basta vedere che tante realtà locali (ne cito solo alcune come Cantina Birgi, Cantina Paolini e Cantina Europa, che rappresentano quasi 10 mila soci), non potrebbero più attingere in questo momento a quelle che sono le occasioni offerte attraverso i vari bandi rivolti al sostegno degli investimenti nelle aziende agricole e riguardanti anche le fasi della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari.
Aggiungo anche i finanziamenti a sportello fino all’80 per cento a fondo perduto per le attività turistiche e ricettive e il blocco, se non anche il divieto, per attività importanti in termini di offerta turistica come il Kite Surf e altri sport velici.
Il Consiglio ha deciso, con la mozione approvata pressoché all’unanimità nell’ultima seduta, di dare mandato al Sindaco e all’A.C. di muoversi in tutte le direzioni affinché si possa arrivare alla sospensione dell’efficacia del decreto di adozione del Piano o attraverso un ricorso gerarchico al Presidente della Regione o mediante un ricorso al TAR. Tutto questo –ribadisco- consentirà, tra l’altro, alla Città di non essere penalizzata rispetto ad altri comuni siciliani nella partecipazione alla ripartizione dei fondi comunitari.
In secondo luogo, ottenuta la sospensiva che tutti auspichiamo, bisogna subito iniziare a lavorare sulla concertazione per la stesura del nuovo Piano che corregga tutti gli errori e le incongruenze riscontrate”.