Il trenta di aprile è stata messa la parola fine all’ennesimo proce-dimento giudiziario con senten-za di assoluzione perché il fatto non sussiste a carico di un marsalese di 38 anni.
A decretarla è stato il collegio presieduto dal giudice Sergio Gulotta.
Era imputato per avere indotto la figlia minore di quattro anni a compiere e subire atti sessuali. I fatti risalgono al 2010.
Parte civile del processo la madre della minore che avrebbe rac-colto le prime rivelazioni della piccola.
A causa delle accuse fatte da quest’ultima, l’ormai ex marito, è stato costretto, a seguito di un provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Palermo, a non vedere più la figlia minore.
Adesso questo padre dichiarato innocente, è pronto a ripristinare il rapporto che si era interrotto da quasi quattro anni con la figlia. Anche il Pubblico Ministero Francesca Rago, aveva chiesto la sua assoluzione.
A difenderlo l’avvocato Felicita Tranchida, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
Precedentemente l’imputato era assistito da un’altro suo collega, Lei è subentrata in corso d’opera. Ha accettato forse perché aveva subito intuito l’innocenza del suo assistito?
“Quando ho accettato l’in-carico il processo era ancora in itinere. Nel corso dell’istrut-toria dibat-timentale sono emersi degli elementi impor-tanti per una pronuncia di assoluzione del mio as-sistito”. Certamente per il mio assistito questa è stata una lunga e brutta vicenda giudiziaria ormai terminata con la sua seconda as-soluzione peraltro con formula piena”.
La questione più delicata adesso è quella di ripristinare il rapporto tra padre e figlia, quali strade bisognerà percorrere? : “Per anni il padre non ha potuto più frequentare ed incontrare la figlia minore ed adesso occorre lavorare tanto anche in sinergia con gli assistenti sociali e gli psicologi affinché il rapporto padre – figlia ritorni ad essere quello di prima”.
(Nella foto l’avvocato difensore: Felicita Tranchida)