Aylan Kurdi, 3 anni. E’ figlio mio. E’ figlio tuo. E’ figlio di tutti

Un figlio che questo mondo atroce, cinico e spregiudicato ha ammazzato. Un sorriso un attimo prima, un morto 10 secondi dopo.
Gli occhi di un innocente, che non sa nemmeno perché si trova su un barcone. Occhi che hanno fame, fame di vita, fame di giochi, fame di risate, di schiamazzi. Un bimbo sulla spiaggia dovrebbe giocare non morirci.
Il mare nella sua immensità ha restituito alla terra il corpicino di un bimbo. Non ha voluto oltraggiare ancora di più.
Pure il mare sembra mostrare pietà.
L’ immagine e’ forte. Ma forse abbiamo bisogno si sbattere il naso contro questa foto per renderci conto della crudeltà degli uomini, delle atrocità.
Chi pagherà? Quando si decideranno i capi delle varie Nazioni ad attaccare e sterminare l’Isis?
Era stata negata alla famiglia del piccolo Aylan, la possibilità di andare in Canada. Così dalla Siria volevano raggiungere l’isola di Kos in Grecia. La loro città, Kobane, e’ in mano all’isis. Non c’è stato tempo, il mare li ha inghiottiti.
Nessuno si discolpi. Siamo tutti e dico TUTTI assassini. Quel bimbo lo ha ucciso ognuno di noi. Con un’arma letale e potentissima: l’indifferenza.
Aylan adesso correrà felice con suo fratello e sua madre, avrà perdonato il cuore malato di noi mortali.
Perché si sa, nessun bimbo sa cos’è il rancore, l’odio, la vendetta.
Sorriderà ovunque si trovi e magari tornerà su quella spiaggia per ridere e giocare come un bimbo di 3 anni deve fare.
I castelli di Aylan saranno i castelli più belli.
ROSSANA TITONE

di ROSSANA TITONE

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