Il Marsala calcio, che oggi occupa con merito la terza posizione in classifica nel girone I del campionato nazionale di serie D, è il frutto di una scommessa… Una scommessa nata nella primavera del 2017 nello studio dell’avvocato Peppe Milazzo.
Lo Sport Club Marsala 1912, che nel frattempo stava rimediando figuracce su figuracce nel campionato d’Eccellenza, era, ormai, prossimo al fallimento. Bisognava, quindi, ripartire con un’altra società, attraverso un titolo da rilevare al più presto e venne così individuato quello della Riviera Marmi… Avvenne tutto all’interno di quello studio, tra l’avvocato Milazzo e alcuni appassionati, tra gente che di calcio ne aveva già fatto e gente che, invece, non frequentava più lo stadio dagli anni ’90… Ma era un gruppo che non aveva ancora grosse risorse economiche per pensare in grande, bisognava arricchirlo di nuovi elementi, da imprenditori marsalesi con a cuore le sorti del calcio… Telefono alla mano, grazie alle proprie conoscenze, Milazzo iniziò a sondare… incontrando tanti operatori economici della città… Pochi risposero con entusiasmo salvo alcuni liberi professionisti, alcuni piccoli imprenditori e il signor Mimmo Li Causi, attuale Direttore Generale del Marsala calcio, che era stato anche contattato dalla dirigenza del Marsala 1912 qualche mese prima. Un imprenditore animato da buoni propositi con la voglia di dare il suo contributo per fa risorgere uno sport che a Marsala, da diciotto anni a questa parte, non si è più riusciti a rilanciare…
Le prime dichiarazioni dell’avv. Milazzo apparirono sul giornale Marsala c’è… qualche giorno dopo anch’io entrai in quello studio, non vedevo l’avvocato da circa dieci anni, da quando era un consigliere comunale del PD… Con grande lucidità e coerenza mi illustrò il suo progetto mi disse anche che sarebbe stato un presidente pro-tempore perché non era un imprenditore, ma il suo scopo era quello di coinvolgere gli imprenditori in questo progetto.
Nacque così il Marsala calcio, “partorito” sempre all’interno di quello studio. La guida tecnica venne affidata a mister Chianetta e al suo staff che già bene aveva fatto l’anno prima a Paceco. L’avv. Milazzo fu eletto presidente e si mise subito in gioco.
Venne allestita un’autentica macchina da guerra per la categoria e si vinse il campionato.
Milazzo è un personaggio non simpatico a tutti, ma qui bisogna, con oggettività, apprezzarne la sua condotta esemplare di presidente… Ricordiamo anche la “sfida” lanciata al Sindaco per il campo di patate in cui, a distanza di due anni, i calciatori del Marsala sono costretti ancora a utilizzare… ma la lotta ancora è lunga ed anche estenuante…
Ottenuta la serie D, i dirigenti azzurri si resero conto che da soli avrebbero potuto disputare un campionato per provare ad evitare la zona Play out… a quel punto in città si iniziò a fare il nome dell’imprenditore palermitano Domenico Cottone quale nuovo club advisor, con la promessa che a distanza di qualche mese sarebbe diventato anche un azionista della società, con lui arrivarono in estate ottimi giocatori che alzarono il livello tecnico della squadra.
Era il 25 agosto e al Carmine oltre alla presentazione della squadra venne presentato ai tifosi l’imprenditore Domenico Cottone… (ecco il link con il relativo articolo https://www.leggocittamarsala.it/presentato-ufficialmente-alla-citta-il-marsala-calcio-ssd-2018-19) nuovo club advisor, ma che presto sarebbe diventato a tutti gli effetti un’azionista della società, “investito” dal presidente Milazzo da una cravatta azzurra.
Da qualche mese la società ha vissuto un periodo di forti tensioni interne. Un importante scossone è stato dato anche dai calciatori che, stanchi, attraverso un comunicato, hanno palesato i loro malcontenti.
La giornata di ieri potrebbe definirsi “storica”, pare che l’avv. Milazzo e il dott. Lo Presti abbiano trovato l’intesa per cedere le proprie quote al gruppo Li Causi – Cottone. Un gesto d’amore verso una società che da sola non ha le forze per ambire a palcoscenici più importanti della D. Questo non significa voltare le spalle agli altri azionisti che resterebbero al loro posto, salvo decidere di vendere anche loro le quote, come da loro espresso attraverso un comunicato di qualche giorno fa.
NICOLA DONATO