Armati di bandiere rosse e gialle raffiguranti il simbolo della Trinacria hanno marciato per rivendicare l’indipendenza della propria Regione. Un corteo pacifico (circa 1000 persone secondo le stime degli organizzatori, molte meno secondo altre fonti) ha invaso, lo scorso 30 marzo, le strade del capoluogo siciliano per chiedere l’autonomia dell’isola da uno stato centralista e sprecone che non tutela gli interessi della Regione, ma anche da un’Europa che secondo gli organizzatori vessa i suoi popoli con la complicità degli Stati nazionali. Alla marcia per l’indipendenza della Sicilia che si è svolta a Palermo hanno preso parte anche alcune delegazione catalane, sarde, venete e napoletane, che da Piazza Vittorio Veneto a Piazza Castelnuovo, hanno seguito e sostenuto il movimento separatista siciliano. Lontani geograficamente e forse anche culturalmente ma accomunati dalla stessa voglia di rinnovamento e crescita, i vari gruppi partecipanti hanno trovato tanti punti in comune con i manifestanti siciliani. “I siciliani sono un popolo libero da sempre, e questa Repubblica ci ha portati alla distruzione – ha affermato Martino Morsello, esponente dei Forconi – Dobbiamo ribellarci al sistema e chiederel’indipendenza della Sicilia, bisogna creare un governo separatista, parlare con l’Onu, andare a fare un referendum e renderci liberi. Questi sono i passaggi che devono essere fatti. I popoli devono ribellarsi”. La manifestazione del 30 marzo, per lo più snobbata dalla stampa siciliana, è parsa comunque una occasione mancata e la partecipazione certamente non così massiccia da far pensare ad un movimento coeso. Nonostante tutto chi è sceso in strada con le bandiere della Sicilia alla mano, ha partecipato al corteo rappresentando comunque una fetta, seppur piccola, di Sicilia stanca di sentirsi palla al piede di uno Stato che l’ha sempre considerata solo il “Mezzogiorno”.
Tra i manifestanti il marsalese Pietro Milone, in rappresentanza del suo gruppo facebook “La maggioranza 51”.
Pure essendo consapevoli che nell’isola il fenomeno indipen-dentista non può definirsi di massa come nel Veneto, gli organizzatori sono stati comun-que soddisfatti del risultato ottenuto da questa prima marcia dell’indipendenza siciliana, che almeno nelle intenzioni è destinata ad essere replicata.
CATERINA PASSALACQUA