Intervista a Francesco Stella, Presidente del team di ciclismo giovanile Star Cycling Lab 
Il ciclismo giovanile è in crisi? “Effettivamente ci sono sempre meno giovani ciclisti che intraprendono questo sport.”
Quali possono essere le cause? “Una delle tante sono le strade sempre meno sicure ed anche il calo demografico fa la sua parte.”
Allora come si appassiona un giovane al ciclismo? “Probabilmente è più una passione trasmessa dai parenti come genitori o nonni, ma anche per lo spettacolo che i professionisti ci regalano durante i grandi giri (come il Giro d’Italia) quando passano proprio nelle strade sotto casa. Rispetto ad altri sport più popolari come il calcio, il ciclismo nei giovani è sempre meno praticato, ed è una questione che abbiamo particolarmente a cuore. Perché ha a che fare con la nostra passione e con il futuro del ciclismo stesso.”
Quindi perché un giovane dovrebbe avvicinarsi al mondo del ciclismo? “Noi pensiamo che il ciclismo sia uno sport completo perché ad un ragazzino non solo viene trasmesso come gioco e stimolo per la crescita, ma anche perché è in grado di trasmettere diversi valori come quello della fatica e della disciplina, perché il ciclismo è anche fatto di obiettivi e per raggiungerli la disciplina e la conoscenza di se stessi è fondamentale. Il ciclismo non solo insegna valori individuali, ma anche collettivi perché se è vero che in allenamento bisogna confrontarsi con se stessi, è anche vero che quando ci si iscrive in una squadra e ci si allena e si corre assieme ad altri compagni si inizia ad imparare cosa significa lo spirito di squadra e lavorare all’unisono per raggiungere un determinato obiettivo. Il ciclismo è uno sport fatto di valori ed educativo anche perché lo si pratica in strada e bisogna sottostare a regole per una convivenza pacifica con tutti gli altri utenti della strada e su questo argomento se ne avrebbe molto di cui parlare, ma non è questo il caso.”
