Incontro con il costituzionalista Giovanni Guzzetta
presso la Sala Conferenze – Complesso Monumentale San Pietro di Marsala
Il nuovo libro del costituzionalista Giovanni Guzzetta “La Repubblica transitoria. La maledizione dell’anomalia italiana che fa comodo a tanti” (Rubbettino, 2018), sarà presentato giovedì 21 febbraio a Marsala presso la Sala Conferenze del Complesso Monumentale San Pietro, con inizio alle ore 18. L’iniziativa è organizzata dall’ Associazione 38 parallelo in collaborazione con la Fondazione Treccani Cultura, la testata TP24 e il patrocinio del Comune di Marsala e della Camera Penale di Marsala. L’autore dialogherà con Rossana Titone.
Il nuovo libro del costituzionalista Giovanni Guzzetta “La Repubblica transitoria. La maledizione dell’anomalia italiana che fa comodo a tanti” (Rubbettino, 2018), sarà presentato giovedì 21 febbraio a Marsala presso la Sala Conferenze del Complesso Monumentale San Pietro, con inizio alle ore 18. L’iniziativa è organizzata dall’ Associazione 38 parallelo in collaborazione con la Fondazione Treccani Cultura, la testata TP24 e il patrocinio del Comune di Marsala e della Camera Penale di Marsala. L’autore dialogherà con Rossana Titone.
Per Giovanni Guzzetta la storia italiana può essere letta anche come una storia di rivoluzioni mancate. A differenza delle grandi democrazie consolidate, la nostra Repubblica è stata segnata da una fondamentale anomalia istituzionale. La vita politica italiana è sempre stata interpretata all’insegna della eccezionalità, dell’anomalia, spesso anche dell’emergenza. Abbiamo assistito in questo modo, alla nascita di una costituzione parallela, germogliata nelle maglie lasciate aperte da quella formale, che ha offerto sviluppi del tutto imprevisti e persino all’origine ritenuti di dubbia legittimità. Guzzetta mostra nel suo libro i punti critici di questo processo, mettendo in evidenza i caratteri della “repubblica transitoria” nella quale c’è sempre stato un buon motivo per eludere la normalità, per rinviare il compimento istituzionale, per non “chiudere” la transizione.