A 21 anni, all’università, al terzo ed ultimo anno della triennale, con tanti pensieri per la testa, potresti mandare tutto a quel paese, pensare solamente a te stesso e fregartene di tutto e di tutti. Potresti legittimamente pensare di andare all’estero alla fine degli studi perché qui, nel tuo paese di origine, non c’è prospettiva di futuro. Tutto va a rotoli, non si sente che parlare della recessione economica e di politici che rubandorestano impuniti. Ti ribelli dentro ma non lo fai fuori, col mondo.
La pensavo così quando facevo ancora le superiori, qualche anno fa. Poi, vuoi o non vuoi, una decisione devi prenderla con la maggiore età. Hai uno strumento, il voto, puoi usarlo con coscienza o senza. Ti informi perché non vuoi sbagliare, perché ci tieni a fare una scelta consapevole. Forse la prima vera volta che ti senti riempito di tanta responsabilità perché sai che se molti fanno la tua stessa scelta le cose potranno cambiare nel modo che vuoi tu, e tu, anche se uno solo, puoi fare la differenza.
Amo spendermi per la mia comunità, per un ideale, per una causa che reputo giusta. Amo sentirmi libero, libero di dire la mia e sentire quella di chi mi circonda. Il problema è che chi mi circonda molto spesso non dice affatto la sua e si limita a esporre la sua diffidenza e indignazione verso il sistema, disaffezionandosi.
Questo atteggiamento di condanna da parte dei giovani spesso si muta in evasione, in rinuncia al voler cambiare le cose, portando a pensare solamente a se stessi, adattandosi pur sapendo che questo sistema non va. Il tutto è sostenuto dalle difficoltà quotidiane che non migliorano di certo le prospettive di futuro.
E’ questo senso di rabbia, di sconforto, di umiliazione, di generale disaffezione alla politica che ha fatto riflettere me e un gruppo di amici. E’ vero o no che soprattutto noi giovani abbiamo bisogno di certezze? E’ vero che per la maggior parte di noi stare lontani da casa è un tremendo dolore quotidiano? E’ vero che ci lamentiamo per tutto quello che non va e facciamo poco per cambiare verso alle cose?
Con queste domande noi di LBP – Laboratorio di Buona Politica ci siamo messi in campo per dire basta a chi dall’alto ci manipola e ci inganna con le solite promesse elettorali privandoci di un futuro che spetta solamente a noi.
Ragazzi, riprendiamoci quel futuro che è nostro, non permettiamo che chi ci rende difficile il presente ci renda impossibile l’avvenire.
Mi appello a tutti quanti, ragazze e ragazzi, di ogni età, che ascoltando una semplice canzone sentono dentro il sangue che ribolle e vogliono impegnarsi e dire basta.
Non serve molto, serve solo voglia di cambiare in bellezza!
Enrico Martìnez di LBP – Laboratorio di Buona Politica