DAVIDE LICARI – A Marsala le sorprese sembrano non finire mai, così come le polemiche che si accendono all’improvviso come fiammiferi. E così è scoppiata l’ennesima querelle che ha per oggetto l’estetica e il decoro della città, ma questa volta non a causa di una piazza, bensì di una palazzina sita in Via Garraffa, tra la Chiesa di Santa Cecilia e largo San Gerolamo con vista sulla scuola “Garibaldi”.
Da diversi mesi una impalcatura copriva la facciata della palazzina in questione e oggi, finalmente, il risultato di quei lavori è stato svelato al mondo, sollevando le perplessità di molti. Non occorre essere in possesso di una laurea in architettura per comprendere il pregio del risultato, la bellezza dell’acciaio, la lucentezza delle vetrate, i colori moderni e scuri, il carattere freddo e attuale. Ecco, qui sta il problema secondo molti opinionisti dell’ultima ora. E in effetti qualche dubbio sorge. Cosa c’entra lo stile postmoderno in un contesto barocco in cui a prevalere sono i toni chiari e caldi, giallo-ocra, del tufo? Cosa ne è stato dell’equilibrio dato dal contesto?
E le stonature con il vicino scavo archeologico? Antico e moderno convivono insieme dando luogo a uno shock che ricalca la polemica che coinvolse diversi anni addietro l’involucro progettato da Richard Meier per circondare l’Ara Pacis a Roma. Che cosa ne pensa di tutto ciò la Soprintendenza? Il piano paesaggistico prevede per il centro storico di Marsala un alto livello di tutela, per cui nei lavori edilizi è opportuno tenere conto della conservazione e riqualificazione dell’impianto urbanistico del patrimonio architettonico, del recupero e restauro conservativo del patrimonio edilizio di pregio, del mantenimento e recupero dei caratteri di qualità dell’edilizia nel centro Storico, delle tipologie e degli elementi decorativi. Per non parlare della salvaguardia della forma urbana, oppure della preservazione dello skyline della città.
Insomma, ci sono tutti gli indizi per un ennesimo caso marsalese.