PARLIAMO CON… MAURIZIO FAVILLA ATTORE E SCRITTORE MARSALESE…

Popolare attore teatrale, con spiccate doti comiche, ha fatto dell’ironia, la sua arma migliore. Maurizio Favilla incarna la maschera di una comicità popolar dialettale che riflette gli usi e costumi di una società spesso d’altri tempi, ma che si rispecchia anche in quella attuale, come testimonia l’ultima sua opera, andata in scena sabato scorso al Teatro Impero, “Metti e metti cipria figghiu masculu è” in cui ha affrontato, con tanta ironia, ma al tempo stesso, tanta delicatezza, il tema dell’omosessualità”.

Negli anni è diventato un personaggio pubblico tra i più popolari e apprezzati soprattutto in Sicilia, insieme alla sua spalla Alba Isaia, con cui fa ormai coppia sul palco, da circa trent’anni.
Da quanto tempo ha intrapreso questa attività teatrale?
Da molto tempo, dal 1969. Ho iniziato perché sin da piccolo raccontavo barzellette e a quei tempi c’era un regista locale che mi ha sentito e di conseguenza mi ha invitato a partecipare ad una commedia.
Da cosa nasce questa passione?
Nasce perché in famiglia avevo il padre che era un musicista che amava molto scherzare, diciamo un figlio d’arte.
Quali sono stati i risultati che ha ottenuto?
Praticamente ho girato tre continenti col teatro, sono stato negli Stati Uniti, in Cina. Una delle soddisfazioni più grandi è di quando sono stato a “Domenica In”, ho partecipato a 33 puntate. Facevo parte di una squadra, ai tempi conduceva Paolo Bonolis.
Qual è la realtà del teatro a Marsala?
Ormai chiunque fa teatro, c’è gente che sale sul palco senza sapere quello che fa e questo mi dispiace. Al contempo Marsala offre anche tanti bravi attori che negli anni si sono messi in luce e li ammiro per questa passione che nutrono per il teatro.
Qual è il personaggio che ha interpretato e che le è rimasto più a cuore?
Negli anni ’70 ho interpretato un personaggio che era lo scemo del paese, ero in scena vestito da juventino con le scarpe da football e il numero 7 di Causio. Questi sono i personaggi belli in una commedia, sono quelli che entrano, dicono due o tre battute che fanno ridere veramente ed escono.
Quante commedie ha scritto?
Ho scritto ben sette commedie, tra cui quella andata in scena sabato “Metti e metti cipria figgi masculu è” in cui ho voluto affrontare un tema molto attuale della nostra società, con la mia solita ironia e comicità, ma nel pieno rispetto di tutti e senza offendere la sfera sessuale di nessuno.
Ha già in mente una nuova commedia da portare in scena?
Forse. Ho pensato a qualcosa sul razzismo.
Quando devo scrivere una commedia la penso in macchina, quando cammino da solo penso e l’idea me la danno le cose che vedo, qualche articolo sul giornale, la televisione.

Cecilia Catalano

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