STORIE E REGALI DI NATALE di Enrico Borgatti

“Nessun suono di zampogne allietava le strade in quel torrido quindici agosto, neppure un Babbo Natale sostava agli angoli delle vie distribuendo caramelle a grandi e piccini.”.“Non c’erano abeti con sfere variopinte o addobbi multicolori, neppure luminarie lungo strade coperte di neve si potevano scorgere durante quel caldissimo agosto.”.

“E perché, di grazia,dovrebbero esserci zampognari o Babbi Natale a ferragosto!” esclamano alcuni dei presenti rivolti al narratore.

E altri con tono seccato: “Mi spieghi Signor Panzetta,  che senso avrebbero la neve, gli addobbi natalizi, gli abeti in pieno agosto.”.

“Signori miei,” risponde Natale Panzetta “io stavo semplicemente asserendo che non c’erano e basta; la mia era solo una notizia.”.

“Io la chiamerei: non notizia.” mormora un tale con fare ironico.

E’ questo il dialogo al quale, avrebbe dovuto far seguito una bellissimastoria di Natale. Almeno, questo lui aveva promesso.

Da alcune settimane c’era una grossa attesa tra gli abitanti del paese e di quelli vicini, non era mai accaduto che il ricchissimo Natale Panzettaavesse raccontato una storia e il fatto che quella serasi fosse impegnato a farlo aveva suscitato un certo scalpore misto a curiosità. Già da una settimana non si parlava d’altro in paese. Con un certo entusiasmo, l’un l’altro si passavano la voce:

“Presto sentiremo una bellissima storia di Natale.”

“Si dice che il racconto di Natale sarà meraviglioso!”

“Ma lo sapete che sabato prossimo Natale ci racconterà una bellissima storia!”.

Erano accorsi dai paesi limitrofi e da altri più lontani: amici, parenti, conoscenti.

Finalmente Panzetta prende la parola e comincia la narrazione con la quale ho dato inizio alla mia.

Dopo le interruzioni alle quali ho fatto cenno e alla sua breve risposta, riprende:

“Non c’era neppure la slitta, il tradizionale mezzo tutto in legno siberiano trainato da renne dalle lunghe corna e con i finimenti in cuoio e ottone, sulla quale avrebbe dovuto ergersi maestoso il vecchio Babbo Natale.”.

“Ma Signor Natale” esclama un po’ seccato uno dei presenti “il suo più che un racconto, potrebbe definirsi un ‘non racconto’, la neve non c’è,la carrozza  trinata dalle renne neppure,le renne non se ne parla, ma che razza di storia è!”.

E un altro:

“Noi tutti eravamo ansiosi di conoscere la storia di Natale, però… francamente… l’inizio è un po’ deludente.”

E un altro ancora:

“Caro Signor Natale, se è tutto qui, se lei non ha in serbo qualche colpo di scenaper rendere bella la storia di Natale, lo dica chiaramente e noi torneremo nelle nostre case.”

Il Signor Natale che non sa alcuna storia, cerca disperatamente di improvvisare qualcosa, arranca su immagini e situazioni impossibili, però…è fatica sprecata e quatto quatto, se ne va con la coda tra le gambe.

Con la coda tra le gambe … si sa come le notizie si propaghino spesso con approssimazione, come la realtà sia spesso travisata e i fatti storpiati: chi ingigantisce e chi comprende in maniera sbagliata. E alla fine si era sparsa la voce che Natale Panzetta oltre a non aver narrato alcuna storia, avesse la coda.

“Lo sapete di Natale Panzetta e della sua famosa storia che non ha mai raccontato?”. “Peggio, sembra che quel signore tanto ricco e importante ab…”

“Lo sappiamo, ormai è cosa certa è sulla bocca di tutti, Natale ha la coda.”.

“Sì, il Signor Natale Panzetta ha dietro qualcosa di anomalo!”.

“Ma no!”

“E invece sì, e non ci sono dubbi.”

“E dove la tiene?”

“Ovviamente tra le gambe.”

“Ecco perché lui non va mai al mare”.

Ormai è voce unanime che Natale Panzetta abbia quel prolungamento della colonna vertebrale comune in tanti animali e rarissimo negli uomini.

E la gente tutta:

“Povero Panzetta, non ha alcuna storia da narrare e per di più ha la coda.”

“Vedete, lui ha i soldi, ma cosa sono,vicino aldramma di non avere in serbo uno straccio di storia e di avere la coda, è peggio della gobba, credete a me!”

C’era pure chi amava fare lo spiritoso e rivolto a lui:

“Signor Panzetta, ho saputo che suona il pianoforte, ovviamente possiederà un bellissimo pianoforte a coda.” E lui ci restava malissimo, anche perché non sapendo suonare alcuno strumento, loschiaffo morale era doppio. E quando lo dava a vedere, loro a insistere:

“Via, non mostri di avere la coda di paglia.” E se lui malcelava un certo malumore, c’era sempre quello pronto: “E perché quella faccia?”, “L’ho vista con la coda dell’occhio fare un viso arcigno.”.

E un altro:

“L’ho incontrata ieri all’uscita dall’ufficio IVA, pure lei ha fatto la coda?”, “Io ho perso due ore!”,“Il diavolo ci ha messo la coda e un istante prima di me è entratauna flotta di gente.”.

Persino i bambini, uno, istruito dal padre, un tipo sempre in vena di scherzare:

“Signor Panzetta mi racconta la favola del drago dalla lunga coda?”

Il poveretto, a parte la figuraccia di quel racconto senza né capo né coda, soffriva per quelle battute su una protuberanza che sapeva inesistente.

Il povero Panzetta, in realtà ricchissimo, ne soffriva immensamente, sarebbe stato disposto a calarsi i pantaloni nel bel mezzo della piazza, ma prima doveva creare un crocchio numeroso, magari promettendo di raccontare quella, tanto ambita da tutti,bellissima storia di Natale. Non ne conosceva e si struggeva di continuo.

Un giorno:“Ma più bella storia di questa!” esclama tra sé, sta alludendo proprio alla mia, a quella che voi state leggendo. Siamo in giugno, nella sua grande villa alle porte del paese fa costruire in fretta e in furia un’immensa piscina e organizza una festa grandiosa con cena in piedi, fuochi d’artificio, bagno di mezzanotte e danze fino il mattino. Cartelli esposti per tutta la località invitano i cittadini a intervenire numerosi, gratuitamente. Il programma per il trenta del mese prevedeva la narrazione della storia, la cena, danze a volontàe bagno in piscina.

Lui raccontò la storia che piacque immensamente, si cenò, si ballò e poi tutti in piscina con i costumi da lui regalati come Dono di Natale.

È lui il primo a chiudersinello spogliatoio per cambiarsi, eccolo apparire con un perizoma che non da adito a dubbi: la coda non esiste.

E la gente, dopo aver fatto il bagno, mentre si asciuga con gli accappatoi o teli da lui messi a disposizione e sempre da considerarsi regali di Natale:

“Avete visto il Signor Panzetta?”, “Non ha la coda, e anche la storia è molto bella.”.

“Bellissima!”

“Chissà chi ha messo in giro quella chiacchera.”.

“Certo che uno che conosce storie tanto avvincenti non può avere la coda.”.

“Sì, una bellissima storia di Natale, e chi l’ha narrata, sia urlato forte:non ha la coda.”

“Io l’ho sempre detto che Natale non aveva alcun prolungamento della colonna vertebrale.”

“Anch’io.”.

“Anch’io.”.

“Anch’io.”.

“Anch’io.”.

di Enrico Borgatti

 

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