DAVIDE LICARI – Mercoledì 15 giugno l’auditorium del Centro Kim di Salemi ha ospitato lo spettacolo teatrale messo in scena dal Liceo Classico di Salemi, Pìetas – Ovvero, della guerra e della pace -, una composizione organica di testi tratti dall’Iliade di Alessandro Baricco, e dagli scritti di Elsa Morante. L’opera, interpretata dagli studenti liceali del laboratorio teatrale curato dai tutor Concetta Pecorella, Gioacchino La China ed Enza Lipari, evidenzia sin da subito un legame denso con l’attualità e il conflitto in corso in Ucraina. I giovanissimi attori si sono destreggiati sul palcoscenico con precisione sfruttando l’attenta messa in scena elaborata dal regista Massimo Pastore, il quale ha saputo incastonare abilmente nella struttura dell’opera il coro musicale diretto da Monia Grassa trasmutandone l’essenza e rendendolo semmai prossimo alla definizione di un coro greco, componente fondamentale nel teatro greco arcaico. Sin da subito le note pop di Every breath you take dei Police e I believe i can fly di R. Kelly, più quelle cristalline e retrò di Summertime, della divina Etta James, proiettano gli spettatori all’interno di un microcosmo in cui si aggirano spettri agitati di coloro che sono caduti vittime della guerra.
E come ricordi abbandonati alla memoria del tempo i fantasmi delle guerre di ere passate urlano il proprio strazio, sono testimonianze vissute della follia umana manifestatesi sin dall’antichità, quando eroi greci e troiani si sfidavano per le sorti di Troia sotto lo sguardo severo delle divinità. Appare interessante il punto di vista adottato dalla regia che focalizza l’attenzione sui vinti, gli sconfitti della guerra, che assistono impotenti allo strazio in corso e alle sventure che si abbattono sulle proprie esistenze. I giovani interpreti ridanno vita ai sentimenti di questi resti del passato e tra luci cyber punk e abiti retrò, non mancano di certo il borsalino e la giacca in pelle da motociclista, ha luogo un viaggio sul terreno di scontro, un racconto che si concatena attraverso le voci di Priamo, Elena, Criseide ed Enea. Donne e uomini sconfitti, uccisi, resi prigionieri oppure esuli, costretti a fuggire dalla propria terra. Nel corso dello spettacolo non saranno il bel Achille, oppure il superbo Agamennone, o l’ingegnoso Ulisse a rapire lo sguardo dell’osservatore, ma quei personaggi dagli abiti a brandelli, coperti di ceneri e di lacrime, perché la guerra non si divide solamente in vinti e vincitori, ma anche in vittime e sopravvissuti.
Teatro: applausi a Salemi per lo spettacolo Pìetas
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